LATOUCHE: ASCESA E CADUTA DELL’ECONOMIA



Serge Latouche

C’è una battuta di spirito secondo cui chi crede nella possibilità di uno sviluppo illimitato in un mondo finito, o è un pazzo oppure è un economista.

L’economista Serge Latouche, divenuto famoso per l’idea della decrescita (espressione adottata a fini divulgativi, perché il suo inventore preferirebbe parlare di a-crescita, di non crescita), ha posto la critica alla crescita infinita alla base di tutte le ricerche da lui condotte per una vita.

L’idea della a-crescita nasce da una visione audace e coivolgente, che l’autore ha illustrato nel suo libro “L’invenzione dell’economia” (Bollati Boringhieri, Torino, 2010, ed. orig. 2005): l’economia come scienza economica è una costruzione mentale nata nel settecento, che così come è nata è destinata a morire. Magari nel nostro secolo.

Fondamentali, per la nascita della scienza economica, sono state le trasformazioni avvenute, tra il Rinascimento e il secolo dei Lumi, in due concezioni fondamentali sull’uomo e sulla società: quella dell’ordine naturale e quella del rapporto tra l’amor sui, l’amore per sé stesso, e l’amor Dei, l’amore di Dio (con l’amore per il prossimo come variabile dipendente).
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IL DESTINO DELLA VILLA REALE? COME L’AUTODROMO, COME IL GOLF



La Villa Reale di Monza

Nel Disciplinare dettato al Consorzio Villa Reale e Parco di Monza da Infrastrutture Lombarde S.p.A., longa manus della Regione Lombardia, per regolare i rapporti con il futuro concessionario della gestione della parte più prestigiosa della Villa (Corte d’onore, primo e secondo Piano nobile, Belvedere), è contenuta la seguente frase, scritta con l’usuale linguaggio da azzeccagarbugli tipico degli atti di quella agenzia: “L’obiettivo è quello di creare un luogo dove sia possibile fornire servizi di elevata qualità in un contesto esclusivo posto in relazione con le funzioni nobili già ospitate nel Parco e nella Villa e negli adiacenti Giardini (si ricorda il circuito automobilistico e motociclistico per Gran Premi; golf club e centro di equitazione)”.

La citazione dell’Autodromo e del Golf come “funzioni nobili già ospitate nel Parco e nella Villa”, e quindi come esempio da seguire, posta tra parentesi, suona come una “voce dal sen fuggita” che si evita di far suonare di nuovo in tutto il Disciplinare.

Infatti le concessioni citate, lungi dall’essere esempi da seguire, sono lezioni di ciò che non dovrebbe essere più perpetrato ai danni di Villa e Parco.
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